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Un elogio del parlar chiaro e, quindi, una guida per difendersi dai gerghi allusivi sempre più diffusi nel nostro paese, quali, ad esempio, il politichese, il filosofese, il sociologhese, il pedagogese, il medichese, il professorese, il burocratese, il poliziese, nonché, infine, il giornalese. Ma nel fare l"'elogio della chiarezza" l'autore non intende sostenere la tesi secondo la quale tutto e in ogni circostanza può essere espresso in modo chiaro. Vi sono, a suo avviso, ambiti linguistici in cui si può e si deve essere chiari ed altri in cui non si può essere chiari o non ambigui, in quanto è nell'oscurità che sta tutta la loro forza e il loro fascino.